Il rapporto annuale pubblicato dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) e dal servizio europeo Copernicus ha evidenziato una situazione climatica drammatica.
LA SITUAZIONE EUROPEA
Nel 2022, la temperatura media dell’Europa ha superato di 2,3 gradi centigradi i livelli pre-industriali. Il nostro continente si scalda due volte più velocemente rispetto al resto del mondo in cui sono stati registrati +1,15 gradi, valore molto vicino all’allarmante +1,5 gradi centigradi a cui sarebbero collegati impatti ancora più catastrofici.
In base ai dati di questo rapporto, l’estate del 2022 è stata la più calda di sempre con temperature record registrate in Francia, Belgio, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna, Svizzera e Regno Unito.
Questo grande calore causa una forte siccità, che spesso si associa a gravi incendi, e una celere fusione dei ghiacciai montani. Infatti, nel solo 2022, le Alpi hanno registrato una perdita di oltre cinque chilometri cubi di ghiacciai.
I dati del rapporto sottolineano un innalzamento anche delle temperature dei mari e degli oceani. Purtroppo, nel Mediterraneo orientale e nel mar Baltico il riscaldamento è stato oltre tre volte più veloce di quello registrato nel resto del mondo.
LE CONSEGUENZE
Questo violento riscaldamento ha impatti negativi anche sulle persone, basti pensare che le forti ondate di calore (da sole!) causano più di 16mila morti.
Analizzando il database internazionale sulle situazioni d’emergenza Em-Dat è emerso che, nel 2022, in Europa i soggetti colpiti da fenomeni meteorologici, idrogeologici o climatici sono stati ben 156mila mentre il totale dei morti è stato pari a 16.365.
Le catastrofi climatiche hanno anche un forte impatto economico con perdite stimate intorno ai due miliardi di dollari, in particolare a causa di inondazioni e tempeste.
INTERVENTI FUTURI
La situazione è critica ma i dati contenuti nel rapporto evidenziano che la transizione verso le energie rinnovabili può mitigare i cambiamenti climatici.
Nel 2022, gli impianti eolici e solari dell’Unione Europea hanno generato il 22% dell’energia elettrica, superando il carbone (16%) e gli altri combustibili fossili (20%). Inoltre, l’Europa si è impegnata a portare le rinnovabili ad almeno il 42,5% del consumo totale entro il 2030.
Per risolvere la situazione è indispensabile attuare uno sforzo globale, coordinato e dettagliatamente pianificato. Non a caso, il direttore di Copernicus, Carlo Buontempo, ha dichiarato:
“Il 2022 non rappresenta un caso unico o una stranezza del clima. L’anno fa parte di una tendenza che renderà gli episodi estremi di stress termico più frequenti e più intensi in tutta la regione”.