Il mondo del lavoro continua a subire grandi cambiamenti. Il processo tecnologico e il calo della popolazione attiva in molti paesi, hanno portato ad una richiesta sempre maggiore di manodopera altamente qualificata e ha modificato competenze e qualifiche necessarie per soddisfare le esigenze dell’economia odierna.
Questo porta l’attuale processo di ricerca del personale a escludere gran parte della popolazione che, nonostante potrebbero avere le competenze necessarie, non possiedono le credenziali “tradizionalmente” richieste. In un recente sondaggio effettuato da LinkedIn, infatti, l’88% dei datori di lavoro ammette di escludere candidati altamente qualificati solo perché non hanno un titolo di studio.
A soffrire maggiormente di questa tendenza sono le donne, i lavoratori anziani e persone senza laurea. Questo genera una situazione in cui la forza lavoro è poco diversificata e ad una mancanza di inclusione sul posto di lavoro.
RIPENSARE IL MODO DI SELEZIONARE E SVILUPPARE I TALENTI
Le competenze rappresentano il fulcro del mercato del lavoro e della carriera. Per questo motivo adottare un approccio basato sulle competenze può reinventare la forza lavoro e consentirne il pieno potenziale. Per farlo, però, occorre spostare l’attenzione dalle credenziali tradizionali come i titoli di studio o le scuole frequentate, alle competenze stesse e al modo in cui queste possono essere acquisite o incrementate.
Alcuni vantaggi per imprese e per che coloro che cercano lavoro sono stati evidenziati da LinkedIn:
- aumentare l’accesso al lavoro e democratizzare le opportunità lavorative. La tradizionale dipendenza da titoli di lavoro e di studio come indicatori di abilità lavorative si sta mostrando sempre più imperfetta. Un approccio incentrato sulle competenze permette alle aziende di accedere a un gruppo ampio e qualificato di candidati e alle persone di avere l’opportunità di accedere a una determinata posizione indipendentemente dal livello di istruzione, dall’età o dal sesso.
- Favorire una forza lavoro più impegnata e motivata. Quando i lavoratori sanno che le loro competenze sono apprezzate e riconosciute, sono più motivati a migliorare e ad acquisirne di nuove. Ciò può portare ad un aumento della fidelizzazione dei dipendenti, della produttività e della qualità del lavoro.
- Promuovere l’inclusione e la diversità sul posto di lavoro. Un approccio basato sulle competenze può aiutare a superare le barriere legate al genere, all’età o alla provenienza geografica. In questo modo, si può creare un ambiente di lavoro più inclusivo e diversificato.
IL PASSAGGIO VERSO LE COMPETENZE COME PRIORITÀ
Siamo ancora ad un livello iniziale per quanto riguarda il passaggio di paradigma verso le competenze come prioritaria scelta di assunzione, ma il cambiamento è già in atto. Anche in condizioni economiche incerte come quelle attuali, le aziende stanno riconoscendo i vantaggi competitivi nell’adozione di questo approccio. Utilizzando le competenze come criterio di ricerca per il personale, le aziende possono avere una strategia di assunzione mirata e costruire una forza lavoro più resiliente, diversificata e coinvolta.
Inoltre, individuare nuovi talenti e far crescere quelli già in azienda è un modo di agire più equo ed efficiente. Ciò non solo aprirà più porte per donne, persone senza laurea e lavoratori di tutte le età, ma li aiuterà anche a rimanere motivati. Questa è un’opportunità per creare un ecosistema di talenti più efficiente ed equo.
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