L’INAIL è da tempo promotore e finanziatore di campagne finalizzate alla diffusione della cultura della salute e della sicurezza nell’edilizia.
Tutte le aziende che hanno adottato i giusti provvedimenti hanno assistito ad una riduzione del rischio di infortunio.
Probabilmente è grazie a questo flusso di comportamenti virtuosi che il settore delle costruzioni ha registrato una riduzione delle denunce di infortunio del 8,7% nel quinquennio 2015-2019.
I DATI
Questa diminuzione ha interessato tutto il settore dell’edilizia e, in modo particolare, la costruzione di edifici (-22,9%) e i lavori di costruzione specializzati (-15,2%), che normalmente da soli contano il 92,4% degli infortuni totali.
Nel 2019, il 69% degli infortuni ha coinvolto lavoratori dipendenti, circa un quarto i lavoratori autonomi, il 3,9% apprendisti e l’1,7% i lavoratori somministrati.
Il 60% degli infortuni sul lavoro accade nelle regioni del Nord Italia, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto in testa. Tra le regioni del Sud spiccano tristemente la Puglia e la Sicilia.
LE PRINCIPALI CAUSE
Gli infortuni sul lavoro sono causati:
- il 43% dalla perdita di controllo (totale o parziale) di una macchina, di un mezzo di trasporto o di attrezzatura di movimentazione;
- il 22,6% derivano da un utensile a mano o da un oggetto;
- il 20,7% sono legati allo scivolamento, inciampamento o caduta della persona.
Il settore delle costruzioni si conferma ad alto rischio anche a causa dell’elevato numero degli infortuni con esiti mortali. Oltre un quarto di quelli che avvengono nel mondo dell’Industria e Servizi è ricollegabile al settore delle costruzioni.
Tuttavia, la consistente riduzione avuta dal 2015 al 2019, fa sperare in un futuro migliore. Nel settore Industria e Servizi si registra un calo del 20,3% mentre nel settore dell’edilizia questa diminuzione è stata addirittura del 40%.
NON SOLO INFORTUNI
L’adozione di migliori ed efficaci misure di prevenzione ha consentito la riduzione del fenomeno infortunistico e un aumento della salute e della sicurezza nell’edilizia.
Purtroppo il cantiere edile risulta un luogo nocivo anche a causa di quelle insidiose malattie con una lenta e silenziosa evoluzione.
Nel 2019 sono state presentate all’Inail 9.016 denunce di malattie di origine professionale ad opera di lavoratori nel settore delle costruzioni.
Nell’ultimo quinquennio si è registrato un aumento delle malattie professionali denunciate dalle aziende nel settore dell’edilizia ossia dalle 7.493 nel 2015 alle 9.016 nel 2019 (un incremento del 20,3%).
Il Centro ha avuto la crescita maggiore (45,8%) seguito dal Mezzogiorno (14,9%) e il Nord (1,6%).
Queste malattie colpiscono prettamente la componente maschile dei lavoratori (in quanto è il genere prevalente) e i due terzi di essi hanno un’età compresa tra i 50 e i 64 anni.
GLI STUDI AL RIGUARDO
Uno studio dell’European Agency for Safety and Health at Working evidenziava già nel 2004 che il settore dell’edilizia è uno dei più esposti a questo genere di problematiche.
I lavoratori edili sono più soggetti dei colleghi di altri settori a soffrire di disturbi muscolo-scheletrici.
Alcuni di loro lavorano ancora esposti all’amianto, i carpentieri rischiano di sviluppare un tumore delle cavità nasali a causa delle polveri di legno.
Le polveri derivanti dai tagli e dalla lavorazione di prodotti contenenti silice cristallina (come la sabbia) sono all’origine di silicosi e gravi patologie respiratorie.
Altrettanto nocivi sono gli alti livelli di rumore e le vibrazioni legate all’utilizzo di specifici macchinari come i martelli pneumatici.
COME DIFENDERSI
Il settore delle costruzioni è un tassello importantissimo nella nostra società ed è indispensabile rendere i luoghi di lavoro più sicuri e salutari.
La prevenzione si caratterizza come uno dei pilastri fondamentali su cui agire ed è indispensabile promuovere le migliori iniziative e le più adeguate campagne.
In quest’ottica di tutela, il comparto assicurativo può intervenire come ulteriore strumento di indagine e salvaguardia sia per i dipendenti che per le aziende.
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