Confitarma, Assarmatori, Assorimorchiatori e Federimorchiatori unitamente a Filt-CGIL, Fit-CISL e Uiltrasporti, hanno sottoscritto il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro del settore marittimo con validità a tre anni (31 dicembre 2023).
Il contratto interessa più di 76.000 lavoratori tra marittimi ed addetti di terra e unisce, a livello salariale, sia le aspettative dei lavoratori del settore che le necessità delle imprese armatoriali in forte difficoltà in questo periodo di pandemia.
Questo contratto unico – sottolinea Confitarma – rappresenta una sfida per tutto un settore che decide di investire sul proprio futuro nella convinzione di essere un segmento strategico dello sviluppo del Paese.
“Una trattativa lunga e complessa – ha dichiarato Mario Mattioli, presidente di Confitarma – , non priva di asperità, ma sempre svolta con grande rispetto delle posizioni di ciascuna parte. La delegazione armatoriale e in particolare Angelo D’Amato, presidente della Commissione Relazioni Industriali e Risorse Umane di Confitarma, ha saputo gestire con straordinario equilibrio momenti molto difficili e di grande tensione. L’Avviso comune condiviso con le OO.SS., contenente alcune importanti proposte per il Governo, è la dimostrazione di relazioni industriali mature e responsabili. Se tali proposte verranno prese in considerazione, potranno dare nuovo e ulteriore slancio all’occupazione marittima italiana”.
Soddisfazione per il risultato raggiunto e lo spirito costruttivo che caratterizza i rapporti con le Organizzazioni Sindacali anche da Stefano Messina, presidente di Assarmatori.
“Abbiamo attraversato anche momenti di forte tensione – ha affermato Messina – dovuti a un periodo di crisi senza precedenti sul piano economico, ma più complessivamente sul piano sociale, e siamo riusciti a superarli grazie al forte senso di responsabilità delle parti. L’aspetto economico, però, non è l’unico segnale di svolta di questa intesa tra imprese e OO.SS.: per la prima volta, infatti, il settore del lavoro marittimo sarà regolato da un unico contratto, a conferma di un’unità sostanziale del mondo armatoriale di fronte alle sfide fondamentali per il settore marittimo e per l’economia nazionale”.
I segretari generali Filt Cgil, Stefano Malorgio, Fit Cisl, Salvatore Pellecchia e Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi hanno commentato: “Siamo soddisfatti per l’attestamento finale di questo rinnovo, raggiunto in una fase molto delicata per il nostro Paese e in un contesto socio-economico mondiale ricco di incertezze a seguito dell’emergenza sanitaria. Questo contratto rappresenta per tutti i lavoratori del settore marittimo uno strumento regolatorio rinnovato che realizza il Ccnl unico dell’industria armatoriale. Come previsto dagli accordi interconfederali l’ipotesi di accordo sarà sottoposta alla validazione da parte dei lavoratori”.
Il nuovo testo contrattuale sarà applicato anche al personale navigante e amministrativo delle Società, ora associate ad Assarmatori, che finora sono state destinatarie della contrattazione collettiva stipulata da Fedarlinea, associazione che in passato rappresentava l’armamento pubblico.
Un altro passo importante quindi per i marittimi che nei giorni precedenti hanno avuto dall’ONU un riconoscimento come lavoratori chiave.
ONU: I MARITTIMI COME LAVORATORI CHIAVE
L’ambasciatore indonesiano Dian Triansyah Djani ha presentato una risoluzione per permettere il cambio di equipaggio del personale marittimo e consentirne le cure mediche che è stata sostenuta da 71 paesi.
Il documento intitolato “International cooperation to address challenges faced by seafarers as a result of the COVID-19 pandemic to support global supply chains”, presentato alla 75° sessione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite, segna un passo significativo che permette il riconoscimento del ruolo cruciale che svolgono 2.000.000 marittimi.
Infatti, da essi dipende il trasporto di cibo, medicine, forniture energetiche e altre materie prime essenziali in tutto il mondo nel pieno di una pandemia globale.
CONFITARMA PLAUDE ALLA RISOLUZIONE
“La risoluzione dell’ONU è molto importante e costituisce un significativo passo avanti per risolvere la crisi globale dei cambi di equipaggio”.
Mario Mattioli, presidente Confitarma
Confitarma si è battuta, sin dall’inizio di questa crisi – anche attraverso ICS ed ECSA a cui aderisce – affinché le navi italiane potessero continuare a trasportare le merci necessarie per la vita quotidiana di tutti, tutelando al contempo la salute e il welfare dei lavoratori marittimi, che da sempre rappresentano la risorsa chiave per l’armamento italiano e che stanno facendo un lavoro straordinario mantenendo le catene di approvvigionamento globale.
“Rispetto ai primi mesi dell’anno – ha dichiarato il presidente di Confitarma Mattioli – la situazione sta leggermente migliorando”.
“Tuttavia – ha proseguito – , vi sono ancora migliaia di marittimi bloccati sulle nostre navi e altrettanti marittimi che non possono sostituirli a causa delle restrizioni ai viaggi internazionali introdotte dai Governi esteri per contrastare la pandemia da Covid19, con alcune situazioni, in particolare in Cina, che stanno diventando vere e proprie emergenze umanitarie”.
Un lavoro continuo quello di Confitarma che non si ferma per consentire “ai nostri ‘eroi del mare’ di tornare a casa e riabbracciare le loro famiglie nelle prossime festività natalizie”.
ANCHE DA ICS ED ECSA L’APPREZZAMENTO
“Accogliamo con favore la notizia che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che sollecita la classificazione di tutti i marittimi come lavoratori chiave e lodiamo il governo indonesiano per aver guidato questa risoluzione”.
Guy Platten, Segretario generale dell’ICS
“L’incapacità di far allontanare l’equipaggio dalle proprie navi e di fornire un trasporto sicuro e senza attriti attraverso i confini internazionali – ha dichiarato il Segretario generale Platten – mette a rischio il commercio mondiale su cui fanno affidamento tutte le nostre economie”.
“La International Chamber of Shipping comprende che 44 stati membri delle Nazioni Unite attualmente classificano i marittimi come ‘lavoratori chiave’. Sebbene questa risoluzione sia un passo positivo, chiaramente resta ancora molto da fare. I governi devono ora sfruttare il loro considerevole potere per convincere gli altri a seguire l’esempio e riconoscere i loro marittimi come lavoratori chiave”, ha proseguito Platten.
“Due milioni di marittimi, di cui 555.000 che lavorano per la navigazione europea, svolgono un ruolo fondamentale nel garantire che le catene di approvvigionamento globali continuino a funzionare ininterrottamente, nonostante le difficoltà causate dalla pandemia”
Martin Dorsman, Segretario generale dell’ECSA
Inoltre, il Segretario generale Dorsman ha ringraziato la Commissione europea ed i vari Stati membri dell’Ue per “il loro duro lavoro nel promuovere la designazione dei marittimi come lavoratori chiave – al fine di facilitare i loro viaggi diretti o in transito da e verso le navi – e chiediamo a tutti gli altri Stati membri dell’Ue fare lo stesso e incoraggiare anche i paesi terzi a seguire l’esempio”.
Sia il Segretario generale dell’ICS che quello dell’ECSA chiedono ai governi di rispondere al desiderio natalizio dei marittimi di poter tornare a casa per unirsi alle proprie famiglie per le vacanze.
Potrebbe interessarti anche: IL SETTORE MARITTIMO VERSO LA DECARBONIZZAZIONE