Per raggiungere la decarbonizzazione dello shipping, l’Europa ha ancora molta strada da fare. Un piccolo passo in avanti però è stato fatto nei giorni scorsi con l’approvazione – da parte del Parlamento europeo – del provvedimento “FuelEu Maritime”, parte del pacchetto legislativo Fit for 55.
Con questo provvedimento viene fissato un limite massimo per l’intensità di carboni. Gli armatori, infatti, avranno l’obbligo di utilizzare, entro il 2030, almeno il 2% di idrogeno verde come combustibile.
Un target che, per Delphine Gozillon di Transport & Environment, “non sarà sufficiente” se si vogliono rispettare gli 1,5 gradi. “L’UE deve partire da questo risultato e andare più in là” portando l’obbligo di e-fuel ad un 6% al 2035.
“Il mandato per i carburanti verdi per il trasporto marittimo darà il via alla produzione di carburanti a base di idrogeno, garantendo la sicurezza degli investimenti per i produttori di carburante”.
Strasburgo, inoltre, con questo provvedimento alza anche le soglie intermedie e finali dell’intensità di carbonio. Infatti, per la decarbonizzazione delle navi secondo il Parlamento europeo, occorre raggiungere il 2% già nel 2025, il 20% (non più al 13% in precedenza) nel 2035 per all’80% entro la metà del secolo.
LA PROPOSTA DELL’INTERNATIONAL CHAMBER OF SHIPPING
In quest’ottica arrivano le proposte per l’accelerazione verso la transizione del settore marittimo dell’ICS, International Chamber of Shipping, che rappresenta l’80% della flotta mercantile mondiale.
Guidata dal presidente Emanuele Grimaldi, l’ICS in un documento indirizzato all’Imo – Organizzazione marittima internazionale, ente regolatore delle Nazioni Unite per lo shipping – propone un sistema “fondo e premi” (fund and reward – F&R) per catalizzare l’adozione di combustibili alternativi, che attualmente costano almeno due o tre volte di più rispetto ai combustibili marini convenzionali.
“Con la proposta Ics “fund and reward”, gli stati membri dell’Imo hanno una nuova, ma molto breve finestra di opportunità per mettere in atto una misura economica globale che possa dare il via allo sviluppo e alla produzione di combustibili alternativi per il trasporto marittimo. Per raggiungere lo zero netto a metà secolo, questi nuovi combustibili devono iniziare a diventare disponibili in quantità significative su base commerciale all’incirca entro e non oltre il 2030.
Emanuele Grimaldi, presidente ICS
Con questo sistema si combinano alcuni elementi presi da recenti proposte di riduzione dei gas a effetto serra presentati da diversi governi, un sistema di contributi forfettari – già proposto da Ics e Intercargo – ed idee recentemente avanzate per un provvedimento globale dell’Imo dall’Ue 27.
“Il compromesso è sempre difficile – sottolinea Grimaldi – ma, in ogni trattativa, avere una proposta come questa può consentire a tutti di essere uniti. Spero che questa proposta agirà da ponte tra le ambizioni climatiche sia dei paesi sviluppati sia di quelli in via di sviluppo, in modo che nessuna parte del settore marittimo globale sia lasciata indietro”.
LA POPOSTA F&R NELLA PRATICA
Ma in cosa consiste esattamente la proposta dell’International Chamber of Shipping? Nella pratica, il premio verrebbe calcolato sulla base delle emissioni di Co2 evitate e finanziate tramite un contributo forfettario obbligatorio delle navi per tonnellata di Co2 emessa e il sistema “fondo e premi” potrebbe essere istituito entro il 2024, se i governi riuscissero a concordare il quadro normativo presso l’Imo.
I contributi della flotta globale verrebbero raccolti in un “Fondo per la sostenibilità marittima internazionale” che – si stima – potrebbe raccogliere miliardi di dollari all’anno da impegnare sia per ridurre il divario di prezzo, a livello globale, tra i combustibili marini ad alto contenuto di carbonio esistenti e i combustibili alternativi, sia a sostenere gli investimenti tanto necessari nei paesi in via di sviluppo per la produzione di nuovi combustibili marini e infrastrutture di bunkeraggio.
Il fondo ricompenserebbe le navi in base alla rendicontazione annuale delle emissioni di Co2 ridotte dall’uso di “combustibili alternativi idonei”. Ad esempio – spiega Ics – una nave alimentata ad ammoniaca (uno dei combustibili alternativi oltre a metanolo, idrogeno, biocarburanti sostenibili e combustibili sintetici) potrebbe ottenere un risparmio sui costi di oltre 1,5 milioni di dollari all’anno.
TRASPORTO MARITTIMO E CO2
Questa nuova proposta del settore, in vista della Cop 27, è rilevante nel contesto delle emissioni totali di Co2 del trasporto marittimo internazionale che rappresenta tra il 2 e il 3% delle emissioni mondiali di gas serra.
Guy Platten, segretario generale di Ics, sottolinea la necessità di ridurre significativamente il divario di prezzo dei nuovi combustibili alternativi – molto costosi – per accelerarne la produzione e l’adozione, ed essere pronti, entro il 2030, con questo percorso verso lo zero netto entro il 2050. E aggiunge che è fondamentale sostenere anche gli sforzi di riduzione dei gas serra marittimi nei paesi in via di sviluppo.
“Questo fondo ha il potenziale per andare oltre la tradizionale portata dell’Imo, aumentando gli investimenti per la produzione di carburante e le infrastrutture di bunkeraggio nei porti di tutto il mondo, che saranno vitali per la completa decarbonizzazione della nostra industria globale”.
La proposta Ics mira a garantire che almeno il 5% dell’energia utilizzata dalla flotta mondiale nel 2030 sia prodotta da combustibili alternativi.
La proposta dell’Ics per il sistema fund and reward (F&R), sarà discussa a dicembre 2022 dopo la Cop 27 e prima del prossimo Comitato per la protezione dell’ambiente marino dell’Imo a Londra.