Una delle eccellenze regionali sotto la morsa del grande nemico siccità. Stiamo parlando della produzione del miele siciliano che, purtroppo, ha subito un duro colpo in questo 2024.
Dalle storiche problematiche annuali, si è passati ad una nuova fase di crisi che questa volta sembra irreversibile. I dati, infatti, appaiono abbastanza chiari ed inequivocabili: la stagione corrente ha stimato perdite pari al 95%. Numeri che mettono i brividi e che evidenziano come l’annuale produzione sia stata totalmente cancellata dal fenomeno siccità. Una problematica con la quale tutta Italia sta facendo i conti ma che, in Sicilia, ha raggiunto il livello massimo.
Con il mese di giugno alle porte, le Istituzioni regionali hanno la piena consapevolezza di dover affrontare il momento più duro proprio in corrispondenza della stagione estiva. Il cambiamento climatico, la desertificazione e l’assenza di piogge ha portato ad una situazione di crisi che appare irreversibile.
Mentre si studiano dei metodi alternativi per limitare i danni e contenere le perdite, risultano quanto mai attuali le due giornate internazionali che ricorrono questo mese. Oggi, 5 giugno, è la “Giornata mondiale dell’Ambiente” mentre il 17 toccherà alla “Giornata mondiale della lotta alla desertificazione e alla siccità”. Due tematiche che rappresentano il pane quotidiano per l’Italia, il meridione e la Sicilia in particolare.
IL LENTO DECLINO DELLA PRODUZIONE DI MIELE SICILIANO
“Un crollo che potrebbe infierire il colpo di grazia a un comparto sfiancato dalle ultime due annate, durante le quali abbiamo già registrato pesanti ammanchi. Ma mai come questo”. Parole pesanti che lanciano un ultimo grido d’allarme e di richiesta d’aiuto da parte di Sebastiano Di Prima, apicoltore e presidente Coldiretti di Zafferana Etnea in provincia di Catania.
Come detto in precedenza, infatti, il comparto è in crisi da diversi anni ma questo 2024 sta dando il definitivo colpo di grazia. La siccità, infatti, ha messo in ginocchio gli allevamenti di mucche e pecore, l’agricoltura con danni del 70% per quanto riguarda arance e grano, sino al numero shock della diminuzione del 95% per il miele. In particolare quest’ultima attività rischia una vera e propria cancellazione dovuta a molteplici fattori.
Non solo la siccità e l’assenza di piogge, ma anche i continui sbalzi di temperatura nel giro di brevi periodi sino alle ondate di caldo anomalo fuori stagione. Tutto questo processo ha comportato che la produzione di miele, di fatto, non avvenisse.
Alla luce di quanto evidenziato, la crisi dell’apicoltura rappresenta l’ennesima dura spallata all’economia italiana. Le ultime stagioni hanno messo in ginocchio un comparto che rappresentava una vera eccellenza per il nostro Paese. Degli interventi repentini e mirati rappresentano l’unica ancora di salvezza per i tantissimi lavoratori ed imprenditori del settore.