Uno studio europeo ha sottolineato come il cambiamento climatico avrà importanti ripercussioni non solo sull’ambiente ma sull’economia stessa.
Allo scopo di costruire dei modelli di previsione (tra il 2046 e il 2065, quelli di medio periodo e tra il 2081 e il 2100 per il lungo periodo) dei cambiamenti climatici su scala locale e studiarne l’impatto, è nato Soclimpact, progetto europeo finanziato da Horizon.
Il progetto ha avuto una durata di 40 mesi e ha visto coinvolti 8 Paesi europei e 24 partner di ricerca, tra cui l’Università di Bologna.
Gli studi si sono concentrati sulle isole, territori particolarmente fragili ed esposti. Sono state verificate le possibili ripercussioni nei quattro settori più importanti della Blue Economy:
- acquacoltura,
- energia,
- trasporti marittimi,
- turismo.
Inoltre, sono stati presi in esame anche gli effetti in termini di Pil, investimenti ed occupazione.
Le isole e gli arcipelaghi studiati sono: Antille Francesi, Azzorre, Baleari, Canarie, Corsica, Creta, Cipro, Fehmarn, Madeira, Malta, Sardegna e Sicilia.
GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO
Soclimpact punta a fornire una solida conoscenza delle possibili ripercussioni legate al cambiamento climatico globale e lo fa trasformando le isole in “laboratori viventi”.
In questo modo, infatti, si possono misurare e valutare meglio i costi, i benefici e i rischi anche nelle altre regioni costiere in modo da supportare i responsabili delle decisioni di tutti gli Stati membri.
I 5 SOTTO-OBIETTIVI
L’obiettivo principale del progetto si può snocciolare in cinque sotto-obiettivi.
- Sviluppare una comprensione approfondita dell’impatto del cambiamento climatico sulle isole dell’UE valutando la loro specifica vulnerabilità per migliorare i modelli di impatto climatico esistenti per l’Europa.
- Contribuire al miglioramento della valutazione economica degli impatti climatici e delle relative politiche per i settori dell’economia blu dell’UE, scegliendo metodi di preferenza per misurare e analizzare sia i costi non di mercato dei diversi scenari di cambiamento climatico che i benefici non di mercato delle azioni per il clima.
- Aumentare l’efficacia della modellazione economica delle catene dell’impatto climatico, attraverso l’implementazione di un quadro metodologico integrato in diversi scenari climatici per il 2030-2100, con una prospettiva intersettoriale.
- Facilitare il processo decisionale relativo alle politiche inerenti il clima per la crescita blu, classificando e mappando le strategie di mitigazione, adattamento e gestione del rischio più appropriate e praticabili.
- Fornire informazioni chiare e accurate a responsabili politici, professionisti e altre parti interessate pertinenti sulle conseguenze ambientali e socioeconomiche del cambiamento climatico globale e formulare raccomandazioni per incentivare la transizione a basse emissioni di carbonio a medio e lungo termine.
I RISCHI PER I 4 MAGGIORI SETTORI DELLA BLUE ECONOMY
Acquacoltura
L’acquacoltura, ed il mondo della pesca, sono minacciate fortemente dal fattore climatico: aumento di alghe nocive, diminuzione del livello di ossigeno, aumento di malattie e parassiti, cambiamenti nella gamma di specie adatte, aumento del tasso di crescita, aumento del rapporto di conversione del cibo e stagione di crescita più estesa.
Tutto questo porta implicazioni, oltre che ambientali, anche socioeconomiche.
Energia
Per quanto riguarda la produzione di energia gli impatti principali sono legati a diversi fattori tra cui: densità di popolazione, variazione stagionale nelle attività turistiche, dipendenza dalle attività di pesca e acquacoltura e promozione di energia verde o forme di economia circolare.
Trasporto marittimo
Lo studio sul trasporto marittimo ed i possibili impatti dei cambiamenti climatici sulle operazioni e sulla produttività dei porti sono ancora in corso. Infatti, sia porti che navi sono influenzati da maree, mareggiate, onde e venti ad alta velocità.
Turismo
Il settore turistico viene influenzato, sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta, dai cambiamenti climatici. Danni alle infrastrutture, ambienti costieri degradati, perdita di aree balneari sono solo alcuni esempi.
Il clima, infatti, rappresenta una risorsa chiave per il turismo e con un’alta capacità di produrre benefici competitivi. Per questo motivo, negli ultimi anni, è fondamentale incentrare le ricerche accurate sull’ identificazione e valutazione degli impatti dei cambiamenti climatici per cercare una strategia di adattamento e mitigazione efficiente necessaria.
VALUTAZIONE ED ANALISI, UN FATTORE SEMPRE PIÚ IMPORTANTE
Valutare i rischi connessi ai cambiamenti climatici è sempre più importante a tutti i livelli e in ogni settore, poiché i danni da essi derivanti possono assumere proporzioni davvero ingenti. Ogni minima possibilità di previsione degli effetti connessi va coltivata e sviluppata per non farsi cogliere impreparati.
Il mercato assicurativo in tal senso ha sviluppato una grande sensibilità al tema della copertura di questi “nuovi rischi” e non potrà non fare tesoro di progetti come questo.
L’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA PER LA RICERCA NEL SETTORE TURISTICO
L’Università di Bologna, nel progetto Soclimpact, si è focalizzata in particolare sul settore turismo. Per il lavoro ha utilizzato le competenze del Centro di Studi Avanzati sul Turismo (CAST), attivo al Campus di Rimini e punto di riferimento internazionale per la ricerca nel settore turistico.
Paolo Figini, professore al Dipartimento di Scienze Economiche, che ha guidato il gruppo di ricerca Unibo, ha spiegato che:
“Il nostro contributo si è concentrato soprattutto sull’introduzione di metodologie sperimentali per stimare l’impatto dei cambiamenti climatici sul settore turistico, attraverso l’uso di big data provenienti dai social media e da altre piattaforme web.
Questo approccio ci ha permesso di valutare in maniera innovativa l’impatto dei cambiamenti climatici sul settore turistico, sia definendo la variazione futura della spesa turistica e il suo impatto sul PIL, sia stimando l’impatto che i cambiamenti climatici hanno sull’immagine delle destinazioni turistiche”.
IL SISTEMA REIS (REGIONAL EXCHANGE INFORMATION SYSTEM)
La raccolta dei dati ha permesso la stesura di strategie di adattamento ai cambiamenti climatici per tutte le isole prese in esame. Questo è stato possibile anche alla partecipazione attiva degli attori locali dei vari territori.
Per consente l’accesso a tutti i risultati del progetto e creare un punto di incontro per dibattere o proporre nuove idee o soluzioni è nato il Sistema REIS (Regional Exchange Information System).
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