Probabilmente se “Smooth Criminal” fosse stata scritta nel 2020 avrebbe potuto intitolarsi Soft Criminal, data la spiccata nuova attitudine digitale dei criminali che si sono distinti durante questa pandemia. Anche per questo settore, infatti, quello scorso ha rappresentato un anno di grandi cambiamenti. Persino la criminalità si è dovuta adattare al New Normal, dove tutto è virtuale e le cose fisiche sono ridotte al minimo indispensabile. Per tutta una serie di reazioni a catena originate dalla particolare condizione di emergenza sanitaria, lockdown etc, l’Italia dunque si ritrova un po’ meno violenta e un po’ “diversamente fuorilegge”. Per questo ci sembra opportuna la definizione “Soft Criminal”: una criminalità che non fa uso di violenza nel senso cruento che eravamo abituati a correlargli.
A discapito dei crimini “classici” come furti rapine e omicidi, che sono drasticamente calati, secondo il Ministero dell’Interno, quelli “informatici” sono cresciuti esponenzialmente con frodi, clonazioni di identità e carte di credito, il tutto ovviamente in modalità “online”. Questo fenomeno è strettamente connesso allo spostamento di attività, comunicazioni e interazioni sociali sulle piattaforme online e cloud, secondo la modalità che ormai siamo soliti definire “digitalizzazione”.
Nel periodo a cavallo tra gennaio e giugno 2020, si è registrata quotidianamente una media di 52 denunce per crimini informatici di varia natura e 589 denunce per truffe informatiche.
I LUOGHI PIÙ GETTONATI DAI CYBERCRIMINALI
Sembra strano poter designare dei luoghi reali per crimini che fondamentalmente si svolgono nell’etere, eppure si può. In Italia la prima città per numero di denunce di truffe e frodi informatiche che superano i 18.000, è Milano; a seguire c’è la Capitale, Roma con oltre 16.500 denunce; poi Napoli con più di 12.000 e Torino che supera le 11.000.
Ad ogni modo, rapportando il numero di denunce alla densità abitativa, le piccole città come Trieste, Gorizia e Belluno, contano il maggior numero di reati digitali.
NON CI RESTA CHE USURA, SPACCIO CONTRABBANDO E FEMMINICIDI
Ai criminali non digitali sono rimasti alcuni campi di azione che nei momenti di crisi economica tornano sempre a crescere floridi: parliamo di usura, contrabbando, spaccio di stupefacenti. Purtroppo anche i crimini di femminicidio sono cresciuti: il 70% dei “pochi” omicidi registrati, commessi in ambito familiare ha avuto donne come vittime…complice la situazione di lockdown che sicuramente ha contribuito ad esasperare situazioni di violenza familiare già parzialmente espresse. Il periodo della “quarantena”, infatti, ha determinato un incremento dei crimini commessi all’interno delle pareti domestiche.
I NUOVI FUORILEGGE QUOTIDIANI
Dall’11 marzo, le forze dell’ordine hanno controllato più di 20 milioni di persone e denunciato poco meno di 500mila di queste, per non aver rispettato i divieti di spostamento o per false attestazioni. Considerando il drastico calo delle multe per infrazioni e irregolarità stradali…abbiamo comunque trovato modi alternativi per infrangere la legge diventando “diversamente fuorilegge”. 🙂
QUESTIONE DI PROTEZIONE
In tempi non sospetti e meno digitalizzati era già molto diffusa la preoccupazione verso gli attacchi hacker. Le aziende ad ogni livello hanno già provveduto ad adottare dispositivi, policy aziendali, devices, software e quant’altro. Mai come ora, però, con l’utilizzo massivo dello smart-working che viaggia su reti private, domestiche, è ancora più chiara la vulnerabilità di tutti i sistemi. Abbiamo assistito ad attacchi informatici ricevuti da colossi della logistica, delle organizzazioni mondiali, da multinazionali e via dicendo.
Speriamo che nelle valutazioni dei rischi cyber, quelli che restano nonostante le “protezioni fisiche e digitali” vengano adeguatamente trasferiti tramite polizze di assicurazioni o altri strumenti simili realizzati ad hoc. Il settore assicurativo finanziario offre parecchie soluzioni a riguardo, non usufruirne sembra davvero anacronistico rispetto ai tempi correnti.