Siamo in un’epoca di cambiamenti. Lo vediamo nella vita di tutti i giorni: abbiamo imparato a relazionarci a distanza, a lavorare a distanza e a fare sempre maggiore affidamento sulle tecnologie. Questo vale soprattutto per il settore occupazionale dove è in atto una rivoluzione. Non basteranno più, infatti, solo le competenze tecniche o il titolo di studio ma ciò che conterà di più per restare competitivi nel mondo del lavoro di domani sono le conoscenze tecnologiche e le soft skills.
Abbiamo visto come lo smart working ormai è una realtà quotidiana e ci stiamo adattando pian piano a non avere più i classici punti di riferimento. Capacità organizzative e gestione del tempo sono diventate competenze indispensabili, come lo è diventata anche la conoscenza degli strumenti tecnologici che utilizziamo quotidianamente.
Le soft skills diventano obbligatorie per far parte della rivoluzione del mondo del lavoro che si sta attuando. Parole chiave quindi: responsabilizzazione, empatia, adattabilità, mentalità flessibile, comunicazione, ascolto e digitalizzazione.
“Quando si tratta di competenze, i datori di lavoro cercano qualcosa di più delle semplici competenze orientate alle tecniche. Le aziende richiedono persone con un occhio per i dettagli, capacità creative di problem solving, una mentalità collaborativa e l’abilità di affrontare ambiguità e complessità”.
World Economic Forum
PRINCIPALI SOFT SKILLS
Ma quali sono le principali soft skills da possedere? Vediamone alcune.
Comunicazione. Saper comunicare in maniera efficace ed efficiente è importantissimo. Per poterci relazionare con colleghi o clienti dobbiamo, infatti, esprimerci in modo chiaro e per farlo dobbiamo ascoltare gli altri.
Questo ci porta ad un altro punto: l’empatia. Essere in grado di capire i sentimenti altrui è una qualità molto importante al giorno d’oggi. Influenza molti aspetti della nostra vita professionale e ci permette di lavorare meglio in squadra, migliora la leadership e la capacità di uscire da situazioni conflittuali. Leadership, lavoro di squadra ed etica del lavoro quindi per migliorare la propria posizione lavorativa e contribuire al successo della tua organizzazione.
Dare il meglio di sé e responsabilizzarsi, imparare cose nuove e sapersi adattare al cambiamento ci rendono più competitivi. La flessibilità, o la capacità di essere adattabili, è fondamentale per rispondere efficacemente al contesto lavorativo e alle novità che ci si prospettano davanti perché il mercato del lavoro ormai muta velocemente e noi lavoratori dobbiamo rispondere alle nuove esigenze. È importante accettare ed imparare cose nuove.
Importanti anche le digital soft skills che non si limitano più a saper usare un computer ma costituiscono un insieme di abilità tecnologiche che serviranno per lavorare e collaborare da remoto. Uno studio dell’Unione Europea evidenzia come nel prossimo futuro a 9 lavori su 10 richiederanno competenze digitali. Alcune di queste sono:
- identificare, salvare, organizzare e condividere informazioni fruibili online (Knowledge Networking);
- comunicare in modo chiaro ed efficiente e coordinare i progetti in ambienti digitali (Virtual Communication);
- capacità di utilizzare correttamente gli strumenti digitali come proteggere i dispositivi, i dati personali e la privacy, conoscere la netiquette (Digital Awareness)
- conoscere e padroneggiare gli strumenti digitali per risolvere i problemi attraverso un utilizzo consapevole degli strumenti digitali (Self Empowerment).
MA COME MIGLIORARE?
Ma la difficoltà nel reclutare personale con le giuste competenze trasversali è molto difficile. In che modo quindi le aziende possono aiutare i propri dipendenti a sviluppare queste capacità?
Una soluzione arriva proprio dalla tecnologia: la realtà virtuale (VR). Un professore della Harvard School of Education, Christopher Dede, afferma che “Il futuro della realtà virtuale si sta immergendo in un ambiente che fonde mondi fisici e digitali, dove gli utenti interagiscono tramite un auricolare, il loro computer o il loro dispositivo mobile per giocare con un avatar o imparare una nuova abilità”. Infatti, una formazione tramite VR risulta meno noiosa rispetto a strumenti tradizionali educativi ed ha un impatto maggiore.
La VR non aumenta solo l’efficacia di apprendimento ma può ridurre anche i costi che si incontrano nella formazione tradizionale come, ad esempio, ostacoli logistici.
Uno studio sull’efficacia della realtà virtuale condotto da PwC ha verificato come non solo i dipendenti sono stati formati fino a quattro volte più velocemente ma che erano più concentrati e fino a 275% più sicuri su ciò che hanno imparato.
Chissà se l’istruzione basata sulla realtà virtuale si dimostrerà essere la soluzione migliore per formare la prossima generazione di lavoratori.
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