Giovedì 25 marzo si è tenuto un webinar sulla mostra di Giambattista Piranesi,
“Sognare il sogno impossibile”, allestita all’interno dell’Istituto centrale per la grafica, a Palazzo Poli alla Fontana di Trevi.
Piranesi è stato architetto, designer e fondatore del moderno metodo scientifico di indagine archeologica. È noto al pubblico di tutto il mondo soprattutto per i suoi raffinatissimi lavori come incisore, tra i migliori nella storia dell’arte grafica.
LA REALIZZAZIONE DELLA MOSTRA
Il direttore dell’Istituto Maria Cristina Misiti e la storica dell’arte Giovanna Scaloni hanno saputo trasmettere l’entusiasmo e la grinta indispensabile per l’allestimento di questa mostra.
Un progetto complicato, anche a causa della pandemia globale, ma che assolutamente andava fatto: nel 2020 si sono celebrati 300 anni dalla nascita di Piranesi, e l’Istituto centrale per la grafica conserva nella Calcoteca tutte le matrici calcografiche incise dall’artista veneziano, in oltre trent’anni di attività.
Altri materiali utili sono stati prelevati dalle collezioni del Gabinetto dei disegni e delle stampe dello stesso Istituto.
Tra i disegni esposti abbiamo anche preziosi esemplari provenienti dalle Gallerie degli Uffizi e materiali archeologici prestati dalla Reale Accademia di Belle Arti di Madrid.
Misiti e Scaloni, fermamente convinte di dover rendere omaggio all’anno Piranesiano, iniziano a lavorare ad un progetto che ha una lunga gestazione prima nelle loro teste.
Da dove partire? Sicuramente dalle collezioni custodite all’interno dell’Istituto, un autentico tesoro che si concretizza subito come il fulcro della mostra.
PIRANESI NELLA STORIA
Indubbiamente Piranesi è un artista molto noto. Su di lui sono state fatte tante mostre, ed è stato studiato con grande attenzione anche dai vicini francesi.
Uno spunto di riflessione importante è stato Maurizio Calvesi. Questi ha lavorato nella direzione della Calcografia Nazionale prima che si fondesse al Gabinetto Nazionale delle Stampe.
Lo studioso Calvesi sottolineò le specificità delle matrici calcografiche che sono il punto di partenza nello studio delle stampe. Consapevole della loro importanza, affrontò da subito la problematica della loro conservazione e dedicò all’artista numerose ricerche.
Le responsabili della mostra hanno da subito concordato di partire da questi primi fondamentali studi e, quindi, iniziano a trattare anche il lato biografico. Di Piranesi sappiamo che visse momenti significati della sua esistenza tra le città di Venezia e Roma, descritto come un personaggio oscuro, autoritario con i bambini e geloso della moglie.
GLI SPAZI DELLA MOSTRA
A mano a mano che il contenuto si faceva più chiaro, si passava ad analizzare gli spazi all’interno dei quali allestire la mostra, che coinvolge tre sale.
Il Covid ha costretto alla chiusura l’Istituto, come tutte le attività in quel periodo. In questo caso si è approfittato del momento per un massiccio intervento di modernizzazione dell’impianto di illuminazione. Con i giusti interventi e la scelta delle idonee luci sono riusciti a “mettere in scena” gli oggetti nel modo più opportuno.
L’obiettivo non era esporre 80 pezzi come in una galleria tradizionale ma, selezionando tra le 1200 matrici, trovare il miglior modo per mettere in scena tutti i pezzi, come a teatro. Un’altra scelta che voleva omaggiare Piranesi che aveva studiato anche scenografia.
CONTRIBUTI PER LA MOSTRA
Tra gli attori coinvolti, spicca il nome di Paolo Martellotti, l’architetto che aveva lavorato alla mostra “Piranesi nei luoghi di Piranesi”, negli anni Ottanta. In quell’occasione le pareti sono state dipinte di azzurro e le matrici sono state esposte così da mostrare entrambi i lati.
La Tchoban Foundation di Berlino ha fornito un utile sostegno alla realizzazione dell’evento. L’Ente ha dedicato una mostra in onore del Trecentenario della nascita di Piranesi: “Imprinting of the future. Destiny of Piranesi’s city” allestita nel Palazzo della Calcografia.
La collaborazione di Civita Mostre e Musei ha permesso la creazione di una proiezione multimediale al soffitto del primo piano di Palazzo Poli. Il punto di partenza di questo progetto multimediale è stato immaginare le sensazioni che possono assalire un visitatore della mostra. I suoni e le immagini trasportano nella Roma della metà del Settecento, l’ambiente che Piranesi ha immortalato nelle sue Vedute.
Un percorso di realtà immersiva, molto tecnologico, che ha richiesto mesi di progettazione e installazione con 24 apparecchiature di proiezione che dovevano riuscire a incrociarsi.
L’ASPETTO DELLA COMUNICAZIONE
Un lavoro significativo è stato fatto anche nel settore della comunicazione. I docenti e gli studenti, del Master della RCS in arte e digitale, hanno realizzato un lavoro a 360°. Sono stati utilizzati tutti i mezzi possibili per raccontare e comunicare al meglio la mostra.
Inoltre, Rai storia ha creato un documentario sull’artista intitolato “Piranesi, un illuminista inquieto” e hanno girato molte scene all’interno della mostra.
Un lavoro molto complesso e articolato che ha coinvolto attori diversi. Eventi come questo sono soggetti a molti rischi che possono essere superati con la passione, l’entusiasmo e i giusti strumenti di tutela.
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