I dati resi noti dal MEF in risposta ad un’interrogazione in Commissione Finanze alla Camera relativi ai crediti d’imposta ceduti e non ancora accertati fanno emergere che tali crediti ammontano a quasi 7 miliardi di euro.
La Sottosegretaria del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Lucia Albano, rispondendo ad un’interrogazione alla Camera ha dichiarato che al 10 luglio 2023 i crediti d’imposta da bonus edilizi ceduti ammontano a circa 7 miliardi di euro. Si tratta, nello specifico, di crediti derivanti da bonus edilizi ceduti dai contribuenti e non ancora accettati dai cessionari dopo 30 giorni.
La Sottosegretaria del MEF ha precisato che: “I dati si riferiscono alle cessioni dei crediti e agli sconti in fattura comunicati dai cedenti all’Agenzia delle entrate, per i quali i cessionari e i fornitori, decorsi 30 giorni, non hanno ancora comunicato all’Agenzia la volontà di accettarli o rifiutarli; tali crediti, per i quali è stata comunicata la cessione, seppur non ancora accettata dal cessionario, non vanno considerati come crediti «incagliati»; le cessioni comunicate alla piattaforma dell’Agenzia sono, infatti, quelle per le quali il cedente ha già individuato la controparte”.
Sempre Lucia Albano, ha ricordato che le disposizioni di riferimento non prevedono un termine entro il quale il cessionario debba comunicare all’Agenzia delle Entrate l’accettazione o il rifiuto del credito, inoltre l’Agenzia non può intervenire sulla volontà del cessionario di accettare o rifiutare il credito ceduto e non è a conoscenza di quali e quante delle cessioni in attesa di accettazione derivino da comunicazioni errate, che i cessionari sono tenuti a rifiutare.
Sempre riguardo ai dati, la Sottosegretaria del MEF ha aggiunto anche che: “I dati non comprendono i crediti già acquistati e accettati da cessionari e fornitori, che tali soggetti non riescono a cedere a terzi e per i quali, dunque, non è stata ancora effettuata alcuna comunicazione all’Agenzia.”
Nello specifico, il totale di 6,9 miliardi di euro di crediti incagliati è composto da 4,4 miliardi di crediti relativi al Superbonus e 2,5 miliardi relativi ad altri bonus edilizi.
Per ciò che concerne le iniziative legislative che il Governo intende intraprendere per facilitare l’accettazione dei crediti bloccati, la Sottosegretaria Lucia Albano ha sottolineato che in sede di conversione del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11 (effettuata con la legge 11 aprile 2023, n. 38) è stato inserito il comma 1-sexies all’art. 121, ai sensi del quale è stato previsto che le banche e le società appartenenti ad un gruppo bancario, gli intermediari finanziari e le società di assicurazione, cessionarie dei crediti d’imposta derivanti da bonus edilizi hanno la possibilità di utilizzare, in tutto o in parte, tali crediti d’imposta per sottoscrivere buoni del tesoro poliennali con scadenza non inferiore a dieci anni, nel limite del 10% della quota annuale eccedente i crediti fiscali già utilizzati in compensazione ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, nel caso in cui il cessionario abbia esaurito la propria capienza fiscale nello stesso anno.
In risposta alla Sottosegretaria Lucia Albano, il deputato Cappelletti (l’interrogante), dichiarandosi insoddisfatto, ha evidenziato come i crediti incagliati derivanti dalle agevolazioni fiscali hanno ricadute negative importanti anche su lavoro e occupazione, difatti sono moltissime le imprese costrette a licenziare o a chiudere per eccesso di crediti e speculatori che stanno continuando a lucrare sulle spalle di cittadini e imprese.
Inoltre, Cappelletti ha dichiarato anche che: “Per porre rimedio al blocco dei crediti d’imposta cedibili, sarebbe stato opportuno introdurre disposizioni volte a consentire la riattivazione della possibilità di acquisto da parte delle società partecipate dallo Stato, come Cassa Depositi e Prestiti. In passato e prima del divieto posto dal decreto-legge n. 11 del 2023, alcune Regioni avevano deliberato dei programmi di acquisto dei crediti.”
Resta, quindi, ancora molto acceso il dibattito relativo all’argomento, perciò bisognerà attendere e capire quali saranno gli sviluppi e se il Governo introdurrà ulteriori soluzioni per risolvere il problema.
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