È sufficiente accendere la tv o ascoltare una trasmissione in radio per incappare nel termine “transizione energetica”.
TRANSIZIONE ENERGETICA ED ELETTRICITÀ
Con tale termine si indica un percorso teso al progressivo abbandono dei “combustibili fossili” (ossia benzine, gasoli) per la mobilità e la loro sostituzione con fonti “rinnovabili” e meno inquinanti.
Un ruolo centrale in questa “transizione”, lo sta già giocando l’energia elettrica.
Il percorso della suddetta transizione sarà certamente lungo. In natura, come ben sappiamo, l’energia elettrica non esiste, pertanto deve essere prodotta. Le modalità di produzione attuali prevedono o la “distruzione” di altre fonti energetiche o il ricorso a fonti idroelettriche, all’eoliche, al fotovoltaiche o solari.
L’altra caratteristica fondamentale dell’energia elettrica è che al momento non ci sono modalità per conservarla, di conseguenza: o si consuma o va persa.
SOSTITUIRE IL PARCO AUTO
Per quanto riguarda l’autotrazione l’obiettivo sembra essere quello di introdurre le vetture elettriche sostituendo, progressivamente, il parco auto esistente.
Il processo, quindi, appare ancora complesso: nella stessa Europa si marcia a più velocità e non tutti gli Stati sono concordi nel condividere i tempi per la sostituzione delle vetture.
Seppure sia vero che oggi una vettura totalmente elettrica può garantire un’autonomia fino a 300 Km, queste già presentano limiti di difficile superamento:
- ne esistono poche
- sono costosissime
- non possono contare su “stazioni di ricarica veloce” su strade e autostrade.
In questo contesto la vettura elettrica non sembra troppo appetibile per il futuro. Chi acquisterebbe una vettura che per essere ricaricata impiega 12/18 ore (senza contare i costi del Kw/h necessario alla ricarica)?
IL TEMA DEL RIFORNIMENTO
il tema del “rifornimento” e di una rete elettrica efficiente che consenta una “ricarica fast”, diventa essenziale se l’obiettivo è quello di diffondere una mobilità che prescinda dai combustibili fossili. Al contrario sarebbe se l’obiettivo fosse quello di puntare sulle vetture ibride -cioè su quei motori che possono utilizzare la trazione elettrica quanto quella con combustibili fossili. Ma quello delle ibride, sembra destinato ad essere, un mercato di passaggio, almeno negli intenti verso il futuro elettrico.
Una rete di distribuzione dell’energia è, quindi, indispensabile. La rete dei distributori carburanti esistente diventa un asset che potrebbe e dovrebbe essere utilizzato e sfruttato per la presenza capillare nel territorio.
Come rimarranno i “benzinai” è ancora troppo presto per dirlo ma è anche vero che senza la presenza di questa rete di presidio dei territori, nessuna politica di transizione o di trasformazione può essere realizzata.
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