“La vita a piccoli passi” è l’opera prima di Luca Viscardi. Il libro, uscito il 3 Novembre, è “nato” tra Maggio e Luglio, a ridosso della travolgente esperienza del Covid-19 che l’autore ha provato sulla sua pelle.
Durante la malattia, Viscardi aveva iniziato a scrivere le “Cronache Virali”: una serie di post su facebook che oltre a parlare del virus si sono diffuse in quel modo dilagante che il gergo social-digitale definisce, appunto, “virale”. Da queste ha poi preso vita l’idea del libro.
Certamente la pandemia ha già aperto la strada ad una letteratura a riguardo, che si va infittendo giorno per giorno. Dopo aver letto “La vita a piccoli passi” abbiamo contattato e conversato con Luca.
LA CONDIVISIONE
Come conduttore radiofonico, giornalista e come blogger di tecnologia e youtuber, Luca è un comunicatore poliedrico, energico e vitale, e queste sue caratteristiche si ritrovano perfettamente nelle sue pagine. L’intero progetto è improntato alla condivisione di un drammatico “pezzo” di storia personale. La scrittura è schietta e ricca di toni ironici, che rendono la lettura molto profonda, coinvolgente e persino piacevole nonostante il tema di fondo.
Si parla di un Covid “primordiale”, quello che a Marzo ha travolto l’Italia e il mondo intero trovando tutti impreparati. E se ne parla proprio a partire da Bergamo, una delle città-simbolo della versione italiana della pandemia, in cui Viscardi vive, si ammala e guarisce.
La natura del racconto non lascia adito a polemiche, accompagna il lettore nel vivere un’esperienza “al limite”, di quelle che cambiano la vita stessa. In quest’ottica abbiamo colto quello dell’autore come il pensiero di molti di coloro che il Covid lo hanno vissuto:
«È molto deludente l’approccio per cui sembra sempre che debba intervenire qualcun altro, mentre siamo noi tutti ed ognuno di noi, a fare la differenza»
Luca Viscardi
Già in un’intervista rilasciata al TG1 Viscardi invitava ad attenzione e rispetto, e in piena “seconda ondata” questo messaggio non può essere trascurato.
STORIA DI SPERANZA E RINASCITA
E’ stata definita “la storia di speranza e rinascita di un uomo che ha lottato per la vita e la libertà, con il sorriso, la determinazione e l’entusiasmo che tutti dovremmo imparare ad avere nei momenti più difficili”, e a ben vedere è davvero questo il messaggio che resta.
«Sembrava un film, ma è solo la storia di un mese un po’ assurdo di una vita come tante: avrei lasciato ad altri il ruolo di protagonista, ma sono grato di aver potuto sperimentare quella che prima era solo una teoria. Non è importante cadere, ma sapersi rialzare e ricominciare a camminare.»
Luca Viscardi
Si parla spesso del Covid come di una malattia che fa morire soli, senza il conforto degli affetti accanto. Viscardi racconta molto chiaramente questo isolamento e allo stesso tempo sottolinea l’importanza dei messaggi e dell’affetto ricevuto in modalità virtuali (dal telefono ai social e via dicendo). Perchè proprio quando sembra che le proprie forze da sole non bastino, gli affetti possono fare la differenza.
È chiaro a tutti che la pandemia segnerà un “prima” e un “dopo” per il mondo intero: c’è già chi ironizza su una nuova numerazione annua che porti la dicitura ante e post Covid. Nel caso dell’autore lo spartiacque è ben netto. Ricominciare a partire dai gesti che prima erano scontati, come alzarsi, camminare, lavarsi e soprattutto RESPIRARE, ha modificato i ritmi e l’essenza della vita stessa.
Parlando con Luca abbiamo intuito molte novità e progetti nella sua “nuova” vita “post Covid-19″…un libro dedicato alla sua vena “filo-tecnologica”, nuove sfide ed evoluzioni di Mistergadget, e molto altro che non vediamo l’ora di scoprire.
IL PROGETTO SOLIDALE
Anche la copertina de “La vita a piccoli passi” racchiude una storia. Si chiama “Com’è bianca Bergamo“: è l’opera dell’illustratore Alessandro Adelio Rossi, dedicata appunto alla città, e alla “notte-icona” che l’ha vista protagonista con i camion militari che recavano i feretri.
«Vivo intensamente Bergamo da diciotto anni e mi è capitato spesso di disegnarla. Ogni volta che mi avvicino alle sue geometrie mi svela angoli nuovi e prospettive inedite. Quella notte Bergamo mi è apparsa bianca: bianca di silenzio, colma di rispetto e di cura. Disegnando sono svanite le ansie accumulate, i timori, la rabbia che così facilmente spinge gli uomini alla ricerca di un colpevole, quando a volte ci troviamo solo davanti alla vita che fa il suo corso. Ho cercato di trasferire nell’illustrazione queste percezioni: una calma non di resa, ma di profondo accudimento; un sentimento di fratellanza che è un po’ il mio augurio per il futuro, per quando tutto questo sarà finito».
Alessandro Adelio Rossi
L’artista (in collaborazione con Bergamo Sottosuolo e Corpoc), ha dedicato l’opera al sostegno delle aziende sanitarie territoriali: chi donerà un minimo di 25 Euro a sostegno delle Asst indicate nel progetto, riceverà una serigrafia numerata.