Per limitare l’aumento delle temperature a 1,5 °C e raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, il World Energy Transitions Outlook – report di IRENA sulla transizione energetica – illustra alcune opzioni con approfondimenti su: scelte tecnologiche, investimenti, quadro politico, impatti socioeconomici di un ambiente sostenibile, resiliente e futuro energetico inclusivo.
Infatti, la lotta al cambiamento climatico non porta soltanto vantaggi per il pianeta ma rappresenta anche un’opportunità per l’economia.
Tutte le azioni pianificate e adottate porteranno, nei prossimi anni, una crescita del 2,4% dell’economia mondiale e porterà con sé il raddoppio della richiesta di posti di lavoro legati all’energia (122 milioni rispetto agli attuali 58 milioni).
Quello della transizione energetica è un compito arduo, afferma La Camera, ma “può portare nuove possibilità senza precedenti per rivitalizzare le economie e sollevare le persone dalla povertà“.
ENERGIE RINNOVABILI
Secondo il World Energy Transitions Outlook la crescita economica maggiore si avrà dalle energie rinnovabili che “provocheranno profondi cambiamenti che si rifletteranno su tutte le economie e società“. Infatti, un terzo della richiesta occupazionale verrà proprio da questo settore.
Il report di IRENA sottolinea che oltre il 90% delle soluzioni adottate per raggiungere gli obiettivi nel 2050 implicheranno le rinnovabili: “fornitura diretta, elettrificazione, efficienza energetica, idrogeno verdee e bioenergia”.
“Per allineare l’energia imprimendole una traiettoria economica e ambientale positiva, sono necessari forti aggiustamenti nei flussi di capitale e un riorientamento degli investimenti. Politiche lungimiranti possono accelerare la transizione, mitigare le incertezze e assicurare i massimi benefici della transizione energetica. L’investimento annuale necessario, pari in media a 4,4 trilioni di dollari, è elevato ma è fattibile ed equivale a circa il 5% del PIL globale nel 2019”.
UNA STORIA ENERGETICA NUOVA
Il report mette insieme tutti i mezzi concreti per mettere sulla giusta direzione il sistema energetico globale attraverso una transizione dinamica che permetterà di “scrive una storia energetica nuova e positiva“.
Una transizione energetica basata sulle energie rinnovabili e sulle tecnologie efficienti è l’unico approccio percorribile per provare a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C entro il 2050
Per raggiungere gli obiettivi di Parigi, occorrerà al più presto eliminare gradualmente il carbone, limitare gli investimenti in petrolio e gas ed iniziare ad adottare soluzioni sostenibili per raggiungere una transizione di 1,5°C. Il mancato raggiungimento, con ilo conseguente aumento delle temperature globali, avranno conseguenze profonde ed irreversibili su economia e umanità.
Secondo l’Outlook occorre, entro il 2050, un totale di investimenti aggiuntivi pari a 33 trilioni di dollari. Questa spesa porterà benefici di gran lunga maggiori rispetto ai costi investiti. Infatti, “se si considerano l’inquinamento dell’aria, la salute umana e gli effetti indotti dal cambiamento climatico, il ritorno è ancora superiore, con ogni dollaro speso per la transizione energetica che aggiunge benefici valutati tra i 2 e i 5,5 dollari, che in termini cumulativi equivalgono a una cifra compresa tra i 61 trilioni e i 164 trilioni di dollari entro la metà del secolo“.
UNA GRANDE OPPORTUNITÀ DI BUSINESS
In quest’ottica la transizione energetica – da quanto riporta l’analisi – si presenta come una grande opportunità di business per tutte le parti interessate, privati compresi.
Spostando il finanziamento dal capitale azionario al capitale di debito privato, quest’ultimo crescerà dal 44% nel 2019 al 57% nel 2050, un aumento di quasi il 20% rispetto alle politiche previste.
Per le tecnologie di transizione energetica nei prossimi anni sarà più facile ottenere un finanziamento accessibile del debito a lungo termine, mentre gli asset dei combustibili fossili saranno sempre più evitati dai finanziatori privati e quindi costretti a fare affidamento sul finanziamento di capitale proprio dagli utili non distribuiti e dalle nuove emissioni di azioni.
Per ottenere risultati concreti occorre una maggiore collaborazione internazionale che dovrà comprendere anche la messa a punto di politiche eque e integrate necessarie a raggiungere il pieno potenziale della transizione energetica.
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